La natura ha pensato i papà per un ruolo davvero importante.
Dopo il parto tutte le donne sono spaventate, stanche, schiacciate da una maternità per la quale non sono mai abbastanza preparate. Hanno grandi difficoltà a ritrovarsi e a riconoscersi allo specchio come mamme. Non “si piacciono”. I segni della gravidanza e del parto sono ancora tutti lì e non c’è il tempo per dedicarsi a se stesse nemmeno per un attimo. La notte non si dorme e la stanchezza sembra trascinare con se ogni gioia e ogni entusiasmo.
Ci vuole un salvagente, una maniglia forte, un sostegno emotivo capace immettere nel sistema energiche iniezioni di fiducia e di stima.
La cosa migliore che può fare un papà per il suo bambino è accarezzare la mamma! Accarezzarla e poi accarezzarla e poi accarezzarla. Con le carezze delle mani e del corpo sono indispensabili anche quelle emotive per sottolineare che la mamma è bella, brava, buona, che ce la farà benissimo, che il papà c’è e la ama, che il bambino che “lei ha fatto” è stupendo.
Una mamma che si sente supportata, apprezzata e amata dal marito aumenta i suoi livelli di endorfine cerebrali, di ossitocina e prolattina. Con questi mediatori il latte diventa tantissimo e lo stress si riduce. Si abbassano nel circolo sanguigno i livelli di cortisolo e di adrenalina e quindi migliora la disponibilità, si riduce la stanchezza, cambia l’umore. Torna il sorriso ma soprattutto l’entusiasmo!
Un bambino tra le braccia di una mamma felice, che lo allatta, gli sorride, lo coccola e gli canta le ninne nanna gode di un potente effetto rilassante che influenza tutto il sistema neuroendocrino. Tutte queste esperienze emotive precoci “scrivono” nel cervello del lattante circuiti neurali che resteranno come un timbro per tutta la vita come un sistema operativo. La percezione di avere una mamma sicura affidabile e capace di rispondere ai bisogni.
-Tommaso Montini, pediatra-
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