Anche questa mattina ho indossato la giacca, con sotto la manica corta.
Così, da sfilare facilmente il braccio e rendere il tutto ancora più svelto.
Ci siamo ri-trovati. Gli stessi volti. Forse sarebbe meglio dire, gli stessi occhi di venti giorni fa.
Perché se una cosa questa pandemia ci ha "restitutito" è la straordinarietà di potesi incontrare con gli sguardi e sostare in quell'incontro. E poi basta pure.
Non a tutti è concesso e non tutti ce la fanno, perché gli occhi sono una delle parti più intime del nostro corpo.
Se hai il privilegio ti parlano, e se hai la sensibilità sai ascoltare.
Così questa mattina la mascherina è stata un "facilitatore" in questo. Quanto meno perché gli occhi sono l'unica cosa che del viso non copre!
E oggi in realtà tutto è stato "spogliato".
Volevo che il tutto accadesse velocemente. Invece il mio tempo si è fermato e ancora sto li.
In compagnia di quegli occhi sanguinanti di una moglie che con tono dolce e gentile, ma che eccheggia in un anima ferita, sussurra al vecchietto lamentoso dei suoi acciacchi, una frase che ancora rimbomba nella mia mente.
"Sa, mio marito è allettato h24, da tanti anni".
Tutto un tratto silenzio!
E per me il "reset"!
Quante lamentele nelle mie giornate, quanta amarezza spesse volte inutile, talvolta quante apparenti difficoltà e a questo punto volgari insoddisfazioni.
Oggi porto a casa la seconda inoculazione e un grande insegnamento!
E comunque i suoi occhi hanno raccontato più di quanto avessi voluto sentire!
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