La mia casa, un campo di battaglia, giochi ovunque, i piatti ancora da fare, lo stendino davanti alla stufa, Lucio, non un bimbo di 13 mesi, ma una piccola trottola che ruota per tutta casa.
Io sono intenta a stendere e circondata dal marasma che ormai da anni "mi rappresenta" ascolto la piacevole conversazione che Leonardo, mentre finisce il suo pranzo più lento di un bradipo, intrattiene con il suo papà.
Quando all'improvviso quelle parole...
Papà, mi porti a vedere il mondo un giorno?
D'un tratto tutto si è fermato!
Attorno a me solo magia, e la mia casa un regno!
Si perché, se prima ho persino urlato di "non farcela più", in quell'istante ho sentito un forte senso di gratitudine, di appagamento e benessere.
Con quelle parole un sigillo posto su quella straordinaria relazione che padre e figlio, dal primo istante, stanno nutrendo e custodendo con amore.
Una richiesta di un desiderio da una parte e una dolcezza infinita, in quella promessa di impegno per soddisfarlo.
Leonardo ha chiesto al suo papà di stargli accanto, prendergli la mano e come una "guida" mostrargli ciò che sta la fuori.
Con questa richiesta si è affidato a lui, certo di ricevere in cambio sicurezza e protezione.
È passando attraverso il soddisfacimento di questi bisogni, che un giorno, il viaggio per il mondo riuscirà a farlo in solitaria.
Yorumlar