Se ci penso è proprio così!
Quando presi studio, fu l'inizio di una nuova avventura, l'impegno per una promessa fatta, e, un mettere punto a un capitolo lungo troppe pagine, facendo tacere paure inibitorie e pensieri sabotatori.
Tanta "responsabilità" nell'accogliere e aprire la stanza a chi decide di "affidarsi" a me, ma forse tanta o meglio troppa quella "sprecata" dietro un alibi imprigionante e abbindolatore, con il quale per troppo anni ho camminato a braccetto.
Si aspetta di essere pronti. Ma forse "pronti" non lo si "è" mai.
Si può imparare a "sentirsi" pronti.
E io a un certo punto, mi ci son sentita. Come se dentro di me, sgomitando, si facesse spazio una vocina vogliosa di rivincite e attenzioni.
Tu ce la puoi fare!
E così ci ho creduto.
E mentre acquistavo quello che era l'arredamento essenziale per il mio studio perché potessi personalizzarlo e renderlo accogliente, nel carrello questo baule.
È li che ho riposto quei pensieri e quelle paure che mi hanno fatto viaggiare con il freno a mano tirato. Sono li e sono "contenute".
Cosi ho potuto andare!
Quel baule è ai piedi della mia scrivania e contiene tutto quello che, una volta usciti dal mio studio, non si vuole più portare via.
Cio di cui ci si vuole liberare.
Mi riferisco al:
"Mi sento come alleggerita da un peso".
Che a fine seduta mi fa pensare a quanto mi piaccia "andare" senza quel freno a mano tirato!
Anche se forse, in questo caso, si addice di più chiamarlo con il suo nome ufficiale, freno di stazionamento.
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