Ti hanno detto che il neonato, alla nascita, non vede.
Non crederlo.
Nasce con gli occhi spalancati per poi chiuderli subito... se non vedesse, perché lo farebbe?
È probabile che anche tu faccia la stessa cosa se, dopo tante ore di buio, all'improvviso entrassi in una stanza molto luminosa.
E magari ti hanno detto che non sente né i suoni né gli odori.
No, non credere neppure a questo.
Riconosce i suoni che per tanti mesi ha sentito dentro il ventre materno e, una volta "lasciato", quei suoni sono per lui sicurezza e conforto.
E se posto sopra quel ventre è capace di riconoscere l'odore del seno della madre e del suo nutrimento. Tanto che da solo riesce a raggiungerlo e "prenderselo".
E chissà, ti avranno fatto credere che il suo tatto non è ancora sviluppato.
Neppure questo è vero! Credi esattamente il contrario.
Fin dalla nascita, ricerca il contenimento e il calore che son stati casa durante l'attesa.
È per questo che quando nascono, oltre a chiudere gli occhi, spalancano le braccia. Si sentono perduti e hanno bisogno di essere contenuti e scaldati dal solo calore che il corpo della madre è capace di emanare.
E piangono, non perché sono vivi, perché la nascita è traumatica! Hanno paura!
Luci forti e accecanti, suoni non più ovattati ma assordanti, freddo spaventosamente penetrate, non sapere più dove si è, tanto da sentire il bisogno di aprire le braccia per trovare dei "confini" e sentirsi un po meno perduti.
Basterebbe poco per prendersi cura della nascita sia essa del neonato che della sua mamma.
Ispirata da Leboyer e dalle letture delle prime ore del mattino.
- Per una nascita senza violenza. Il Parto dal punto di vista del bambino.
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