-Attrus Annus Mellus e con Saludi! -Deus bollada!
-Per Altri Anni Meglio e con Salute! -Dio voglia!
Questo il mio augurio, in lingua sarda.
È tutto buio e silenzioso. Guardo le luci del mio albero di natale, che ancora per pochi giorni adornerà casa. I miei occhi alternano, in successione, movimenti ritmici e stereotipati, si fermano e infine mi incanto. Nulla è più a fuoco.
È il momento delle riflessioni più profonde. Così in maniera "intermittente" si accendono e si spengono i miei pensieri.
Poco prima una carrellata veloce sui social, ogni post un augurio!
Da qui forse la mia riflessione! Che inizia a farsi spazio tra l'ormai ricordo del dolce della cena di ieri notte.
Una volta "messo a fuoco" i pensieri, quelli intermittenti, mi domando quale voglio sia il mio augurio e se realmente ho voglia di farne uno.
La voce della mia bisnonna, che echeggia tra i ricordi, con essa la saggezza racchiusa in quelle poche parole, pongono fine alla mia ricerca.
Ecco che il mio augurio affonda le radici nei ricordi più sacri e inviolabili. Un ritorno alle origini. Un "bagno" negli affetti più cari.
(Un po quello che per me è stato questo 20-20 ormai andato)
"Attrus Annus Mellus e con Saludi"
Augurio al quale unica risposta a seguire è immancabilmente, da "buon" sardo:
"Deus bollada"
Ormai è l'alba del primo giorno del nuovo anno! Guardo il cielo, non più buio, ma una tavolozza di colori, vi è ancora indecisione su quale sarà il colore che accompagnerà la giornata.
Penso che dopo guarderò "3B meteo".
Così lentamente e dolcemente mi abbandono ad altri pensieri e penso che "manco il brindisi abbiamo fatto" e, subito dopo, che avrei davvero voluto, per colazione, il dolce arrangiato di quello che sarà ricordato come il "veglione" ai tempi del Covid, senza il brindisi e tutti e 4 nel lettone alle 00:05!
Ben arrivato 2021
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